UNA NOTTE PER LA VITA
Autore Messaggio Discussione di DA (08/04/2007 @ 20:36)
Titolo : UNA NOTTE PER LA VITA
avvocatocesari
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Postato il: 28/04/2007 @ 16:52
DA AVVENIRE ON LINE BASTA CON LE STRAGI

Iniziativa simbolica per cambiare gli stili di vita

Basta con le stragi E stanotte si fa sul serio


Giovanni Ruggiero

Si vedono sempre più spesso lungo le nostre strade quelle steli funerarie laiche che la polvere e i fumi di scappamento ingrigiscono, scolorando i fiori di plastica che lì qualcuno ha deposto. Queste lapidi senza una croce e senza una preghiera direbbero, come in una nostrana Spoon River: sono morto qui per un bicchiere di troppo e per provare un'ebbrezza in più. Con la spietatezza dei numeri, l'Istat ci dice che solo nel fine settimana in dieci anni sono morti sulle strade 8.000 ragazzi, quasi 200 dall'inizio del 2007: sono le stragi del sabato sera che rappresentano il 43 per cento di tutti gli incidenti stradali e la metà delle cause di morte tra i giovani. Su questi numeri riflettiamo, ma mai abbastanza, solo quando i giornali contano le vittime sull'asfalto. La soluzione, allora, appare a tutti delle volte ovvia e perfino immediata. La patente a punti, i maggiori controlli delle forze dell'ordine, la chiusura anticipata delle discoteche, la limitazione della somministrazione dell'alcol e dei decibel profusi nelle sale da ballo: sembrano tutte risposte possibili, efficaci e definitive. E lo sono, fino alla prossima strage.
Per riflettere su questo, proprio la prossima - stanotte - l'hanno battezzata "Una notte per la vita", per nutrire una speranza: svegliarsi domani senza contare altri morti e restare sgomenti per la violenza dell'urto, per la forza delle fiamme che hanno avvinto i corpi e per le lacrime di chi racconta. Questa notte, con lo stop alle auto per recarsi in discoteca, sostituite con taxi o con navette, dovrebbe dimostrare, secondo l'Associazione familiari vittime della strada che l'ha promossa, che è possibile la "mortalità zero" e che si può fermare la morte sul fronte del divertimento.
Questa notte ha un valore simbolico e, se vista nel complesso della Settimana mondiale per la sicurezza stradale promossa dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è anche un'occasione per riflettere. All'iniziativa hanno aderito varie personalità de lla politica e il Forum delle associazioni familiari. La Cei stessa, accogliendola come un segnale positivo, chiede che il problema sia posto in primo piano nell'impegno educativo delle comunità parrocchiali, delle famiglie e delle istituzioni.
Con ciò la prospettiva cambia: le stragi vanno fermate con gli strumenti di cui già disponiamo e con altri che si ipotizzano, come ad esempio l'uso gratuito di etilometri, così che il conducente possa appurare direttamente se può mettersi al volante, o anche l'introduzione di un tutore, una persona cioè che non beve e accompagna tutti a casa, come è costume in molti Paesi del Nord Europa. Ma basta? Il Papa ha di recente sollecitato le istituzioni pubbliche perché si adoperino «per mantenere le arterie stradali sicure», ma Benedetto XVI ha fatto anche appello al senso di responsabilità che ciascuno ha verso se stesso e verso la collettività.
Viene allora da chiedersi: la guida in stato di ubriachezza è solo la causa degli incidenti e dunque delle stragi, o è anche un sintomo di personalità che sono in ricerca di qualcosa che non trovano e che suppongono di aver conquistato con lo sballo di una notte? Diventa allora più difficile invertire la rotta e fermare le stragi, poiché resta alla base un problema educativo: educare ad amare la vita, la propria e quella degli altri. Una vita che è un bene da godere nella gioia, ma anche nel rispetto di regole che non sono soltanto quelle del codice della strada.





 
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