ITALIA EMERGENZA PEDONI 2008
Autore Messaggio Discussione postata il 31/01/2008 @ 10:27
Titolo : ITALIA EMERGENZA PEDONI 2008
avvocatocesari
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EUROTEST PEDONI 2008 EMERGENZA.

A RISCHIO SOPRATTUTTO BAMBINI, ANZIANI E TURISTI


(PRIMA) ROMA – “In Italia è emergenza pedoni: nel solo 2005, ne sono deceduti 672: 11,5 persone ogni milione di abitanti. Il livello più elevato, dopo la Spagna, tra i Paesi esaminati nell’ambito del progetto EuroTest” ha informato l’Aci. “Un valore 2 volte e mezzo più grande rispetto a quello registrato in Olanda (il Paese più “virtuoso”). Nel nostro Paese il 12,4 per cento delle vittime da incidente stradale sono pedoni, il 29,3 per cento dei quali muore sulle “strisce”. Peggio di noi solo Svizzera e Norvegia. Da noi il tasso di mortalità sulle strisce è pari a 3,4 pedoni ogni milione di abitanti (solo la Norvegia registra un tasso maggiore). I pedoni uccisi sugli attraversamenti rappresentano ben il 3,6 per cento delle vittime della strada (valore 3 volte superiore a quello registrato in Olanda). Negli ultimi anni, l’Italia risulta l’unico Paese in cui la percentuale tra i pedoni morti sulle strisce rispetto ai morti totali da incidenti stradali è risultata crescente (12,4 per cento, nel 2005). Le prime proiezioni per il 2006 confermano una preoccupante tendenza al rialzo. Impressionante, in particolare, il coinvolgimento delle fasce di età più anziane: il 55 per cento dei pedoni vittime della strada ha più di 70 anni. Il rischio attraversamento pedonale risulta ancora più elevato per i turisti stranieri, penalizzati da una mancanza di consapevolezza della estrema diversità di norme, regolamenti e “abitudini” e comportamenti riguardanti gli attraversamenti pedonali. Per fronteggiare questa emergenza l’ACI – che per il 2008 sarà il capofila del progetto EuroTest dedicato alla sicurezza dei pedoni - propone di introdurre nel Codice della Strada l’obbligo, per i conducenti, di dare la precedenza non solo ai pedoni che attraversano sulle strisce, ma anche (come avviene in altri paesi UE) a quelli che si accingono ad attraversare; una distanza minima tra attraversamenti pedonali e fermate degli autobus e una distanza minima di visuale libera (da ostacoli: veicoli in sosta, cassonetti, ecc.) in prossimità delle strisce pedonali”. (PRIMA)



 
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Postato il: 04/02/2008 @ 10:58
sarebbe un sogno? perchè le auto non si fermano nemmeno se sono al centro dell'attraversamento, a esempio ieri: frenata da infarto e auto che mi sfiora a pochi centimetri davanti, col cane guida avvolto alle mie gambe per non farmi sbandare.
sapete qual'è la cosa peggiore? non è morire, ma un po' è morire così, un po' è sopravvivere ma nel silenzio di tutti i testimoni.
anche oggi affronterò questa cosa: io rischio la vita ogni dieci minuti, a meno che non cammini da sola sulla spiaggia (dove ogni tanto sfrecciano quad o fuoristrada e comunque devo arrivarci attraversando una delle strade più pericolose, il lungomare scambiato spesso per una pista).
applicare le leggi? si, per applicarle non andrebbe nemmeno chiesto o sbaglio? vanno applicate e basta, io chiederei una cosa in più però: punizioni severe anche se non si uccide il pedone, e altre punizioni anche se meno meno severe a chi assiste in silenzio, perchè ritengo omissione di soccorso anche questa cosa molto italiana, della serie "vabbè mica è morta.." sia da parte di chi guida sia di chi vede e non aiuta.
ciao, laura raffaeli
 
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avvocatocesari
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Postato il: 05/02/2008 @ 08:44
Le mille trappole per il pedone



di LUCA VILLORESI
Gli incidenti sono in continua crescita: nel 2000 i pedoni rappresentavano il 12,7%
delle vittime totali da incidenti stradali e che 2006 hanno raggiunto il 13,4%
Pedoni, la strage senza fine
In Italia 60 investiti al giorno
di VINCENZO BORGOMEO

articolo tratto da Repubblica

Sessanta: queste le persone che in Italia, ogni giorno, finiscono sotto un'auto, un camion o una moto. Di queste due perdono la vita e 58 vanno in ospedale. Nella maggior parte - il 51% - dei casi poi non c'è nessuna responsabilità da parte del pedone che da 30 anni a questa parte patisce un numero di incidenti mortali in continua ascesa, con un'impressionante impennata nell'ultimo periodo.

Basti dire che nel 2000 i pedoni rappresentavano il 12,7% delle vittime totali da incidenti stradali e che 2006 hanno raggiunto un impressionante 13,4%. Traducendo in numeri queste percentuali significa che fra i pedoni nel 2006 ci sono stati 758 morti, 55 in più rispetto all'anno precedente, con un incremento del 7,8%. Insomma una strage, che assume aspetti preoccupanti perché andando ad analizzare i dati nel dettaglio si scopre che la maggior parte di queste vittime (55%) sono anziani (da 65 anni in su) e che sono in preoccupante crescita i casi che coinvolgono i bambini: nel 2006 sono stati 40 i piccoli travolti e uccisi da auto e moto, con un incremento del 60% rispetto allo scorso anno.

Non solo: senza voler usare toni allarmistici, è chiaro che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza perché in 10 anni gli 8000 pedoni morti e i 170 mila feriti vanno poi raffrontati con il fatto che i decessi totali da incidenti stradali - sempre negli ultimi 10 anni - sono diminuiti del 4,7% e i feriti del 2,7%.

Il problema però è doppio: i pedoni sono l'anello debole del sistema trasporti anche dal punto di vista culturale, nel senso che solo negli ultimi anni si è iniziato a parlare di sicurezza per chi va a piedi, dopo almeno mezzo secolo di studi e ricerche su come salvare la pelle a chi viaggiava dietro un volante.

Si è arrivati così alla provocazione choc a Bologna dello scorso dicembre, quando sono state esposte sul selciato di Piazza Maggiore 36 sagome bianche - come quelle che con il gesso si tracciano i poliziotti sull'asfalto dopo gli omicidi - per rappresentare le persone morte nel 2006 sulle strade del solo comune di Bologna. Ma si è trattato di un evento isolato e ancora c'è molto da fare per scuotere le coscienze: le nostre città sono piene di trappole per chi va a piedi. Il campionario è vario: si va dalle strisce pedonali ormai logorate ai semafori con i tempi di attraversamento sbagliati, dalle auto alle scooter parcheggiate sui marciapiedi agli autobus che effettuano le fermate in mezzo alla strada.

Qualcosa, certo, si muove sul fronte della tecnologia: le recenti omologazioni prevedono anche le prove di crash- con il cosiddetto "urto-pedone". Così i costruttori hanno iniziato a progettare auto che riescono a far sì che il pedone investito batta la testa al centro del cofano, reso "morbido" da una maggiore distanza dal motore e - in alcuni casi - da un sistema tipo airbag che fa esplodere verso l'altro il cofano motore in modo da far atterrare il pedone investito su una superficie metallica meno rigida del solito. E sono anche già in vendita mascherine (le Frontal Protection System) protettive di gomma da montare sul muso dei Suv che riducono la forza della collisione del 50 per cento.

In tutti i casi - tecnologia o no - è inutile illudersi perché le statistiche parlano chiaro: un pedone investito a 30 km orari ha solo il 50% di possibilità di sopravvivere. Il 10% se travolto a 50 km orari. Oltre i 60 km orari non ha speranza. Cosa fare? "I consigli - spiegano all'Asaps, associazione amici polizia stradale - sono sempre i soliti: le strisce pedonali devono essere rese ancora più evidenti e corredate di strutture protettive con segnaletica orizzontale e verticale adeguate, e, quando è possibile, dei sottopassaggi. Di notte e quando c'è maltempo rendersi il più possibile visibili con indumenti chiari e retroriflettenti".
(4 febbraio 2008)
 
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Postato il: 05/02/2008 @ 09:30
ho letto con molta attenzione questo articolo e grazie per avermi illuminato su dati che pensavo minori sinceramente, ovvio che ora mi sento ancor di più a rischio, considerando che almeno nel mio caso, non posso che affidarmi ad un cane guida, che ha imparato si, ma le auto non conoscono lui, quindi passo per la "prepotente" a passeggio col cane che ci mette un'ora per attraversare, e chi va di fretta spesso non sopporta queste cose, diciamola tutta, anche se rallenta e si ferma alle strisce, che ricordo hanno una distanza da rispettare, non ci si ferma sopra, né parcheggiando né rallentando.
la cosa più pericolosa è quando rallentano i mezzi, e disgraziatamente un pedone inciampa nel mezzo della strada, è schiacciato, perchè le auto devono fermarsi, non rallentare, e ripartire quando il pedone è già sul marciapiede.
mi scusi, lei che è avvocato, ma perchè non si mettono dossi almeno su strade che risultano troppo pericolose per tutti? certo una fuoristrada se ne infischia del dosso, ma in questo caso si potrebbe fotografare mentre "vola", pedone o non davanti, e punire, perchè penso sia meglio una punizione per patente di guida, che morire, spesso la migliore delle ipotesi, perchè a volte si rimane troppo disabili, solo per la distrazione di qualcuno.
un dosso può rompere una macchina? ben venga, vuol dire che non ha rispettato i limiti di velocità, e i pedoni sull'autostrada non ci vanno, ma in centri abitati quasi non possono più uscire, se non sono messi sempre dentro una macchina.
ovvio che oggi, visto che diluvia pure, io non esco proprio :O))
laura raffaeli
 
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carmilla
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Postato il: 05/02/2008 @ 11:48
Tra i pedoni uccisi nel 2007 uno ha un nome: Gualtiero de Selby...mio padre, ucciso a 69 anni mentre attraversava la strada per prendere i soldi al bancomat.
 
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avvocatocesari
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Postato il: 06/02/2008 @ 09:03
MILANO TROPPI INCIDENTI INCROCI A RISCHIO


ARTICOLO DA CORRIERE DELLA SERA - VIVIMILANO   

Record in piazzale Loreto. In aumento le vittime tra i pedoni «Troppi incidenti». Ecco gli incroci a rischio Croci: un piano per avere strade più sicure, radar e strisce pedonali luminose entro febbraio. Un tavolo con Aci, Ciclobby e Comitati      
Corso Buenos Aires ha un traffico da Sudamerica, la svolta in piazzale Loreto è la più pericolosa della città. Non basta il semaforo, a evitare gli incidenti. Di notte, poi, il giallo lampeggiante, un caos. Cinquantaquattro feriti in un anno, record negativo. È l'incrocio nero della viabilità, la più infallibile delle strade killer. Le ha censite il comando di polizia locale. Da viale Zara a viale Tibaldi «stiamo procedendo con un approccio sistematico», sottolinea l'assessore alla Mobilità, Edoardo Croci. I presupposti: «troppi incidenti» e soprattutto «troppi pedoni uccisi» (in aumento, il 66% delle vittime della strada). Il piano: «A giorni convocheremo un gruppo di consultazione sulla sicurezza stradale». Al tavolo: Comune con Aci, Fiab-Ciclobby, CamminaMilano, disabili, vigili, Atm, e comitati. Si va dai 21.112 incidenti del 1997 ai 24.271 del 2007. Dieci anni di strada in salita. I pedoni travolti e uccisi negli ultimi cinque anni sono 147, perlopiù anziani, due su tre donne.
Erano il 28 per cento delle vittime nel 2003, sono saliti al 45 nel 2005. Vittime designate. Con ciclisti e scooteristi vengono catalogati tra gli «utenti deboli» nel traffico. Deboli rispetto alle macchine, debolissimi rispetto a Suv e fuoristrada. Tant'è: mentre calano i morti tra gli automobilisti (dal 39 per cento al 22), aumentano nella fascia sue due gambe o ruote. Gli attivisti del marciapiedi e del pedale lo denunciano da tempo: «Il Comune deve fare di più». Risposta dell'assessore Croci: l'Ecopass ha iniziato a snellire la bolgia nel centro, «procede» il piano della mobilità ciclabile concordato con le associazioni (è stato pubblicato online e a breve sarà integrato dalle indicazioni dei cittadini) e la manutenzione e la riprogettazione di arredi e manto stradale «è costante» (marciapiedi allargati sulle svolte critiche, castellane sui passaggi pedonali, nuove zone a 30 chilometri orari). La geografia buia di Milano è un risiko d'incroci. Battaglia stradale.
Passi e prega. La polizia locale fa una classifica delle «intersezioni recidive». Strade come delinquenti o galeotti, arterie buone per l'indulto, da Baires a viale Marche, da Monte Ceneri a viale Liguria. «Discuteremo con i cittadini quali modifiche apportare alla viabilità in questi punti critici», assicura l'assessore Croci. Sicurezza partecipata, la chiama. Che però «non deve mettere in secondo piano un dato, e cioè che la maggior parte degli incidenti è provocata da comportamenti imprudenti e negligenti». Ma la geografia cambia. Entro l'anno sarà inaugurata una parte del Centro di sicurezza urbana di via Drago, a Quarto Oggiaro (corsi e spazi per associazioni). Ed entro febbraio saranno operativi i primi «attraversamenti sicuri» con radar, strisce luminose, allarmi, pannelli rilevatori di velocità. Obiettivo: «Difendere bambini e anziani». I ponti hi-tech saranno per scuole, ospedali, poste. La tecnologia, dicono, è la più avanzata d'Europa. Non da Sudamerica.

Armando Stella
05 febbraio 2008
   
 
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